Guido Dresti ha dato vita, o meglio ha ricostruito, nel corso di lunghi anni di studio e lavoro appassionato decine di orologi solari, meccanici e astronomici: la Fondazione Paola Angela Ruminelli ha deciso di valorizzare questo prezioso patrimonio con una inedita e ricchissima mostra.
LA MOSTRA E GUIDO DRESTI
“Misurare il tempo e seguire le stelle. Ricostruzioni di Guido Dresti” è stata inaugurata il 13 luglio e sarà visitabile per tutta l’estate nelle storiche sale del rinascimentale Palazzo Della Silva di Domodossola (VB), antica dimora dell’omonima nobile famiglia ossolana.
Originario di Craveggia, in Val Vigezzo, Guido Dresti è l’infaticabile, meticoloso e rigoroso costruttore dei 75 modelli che popoleranno le sale dell’antico palazzo nel cuore storico di Domodossola. Coltiva la passione della gnomonica – scienza che si occupa, fra l’altro, della costruzione di orologi solari – da oltre 30 anni, ma il suo interesse principale è lo studio, la ricerca e la ricostruzione di vecchi quadranti portatili e strumenti astronomici. Negli anni ha saputo ricostruire con precisione e fedeltà numerosi modelli di astrolabi, orologi solari poliedrici, quadranti azimutali, orologi meccanici di notevole significato storico. Fra le sue realizzazioni, di particolare rilievo è una copia dell’astrario di Giovanni Dondi (XV secolo), del quale esistono al mondo meno di dieci ricostruzioni conservate nei più importanti musei.
La misurazione del tempo ha da sempre affascinato l’umanità, spingendola a cercare modi sempre più accurati per quantificarlo e comprenderlo, affondando le sue radici nell’antichità ed evolvendosi attraverso i secoli grazie all’ingegno e alla creatività umana. Gli strumenti per misurare il tempo, i movimenti dei pianeti e della volta celeste hanno giocato un ruolo cruciale nello sviluppo delle civiltà, influenzando la navigazione, l’agricoltura, le pratiche religiose e molti altri campi del sapere e delle scienze. Ecco perché la mostra, che da sabato 13 luglio (con un incontro alle ore 17 presso la ex Cappella Mellerio in Piazza Rovereto e poi con una visita guidata curata dallo stesso Guido Dresti), assume un valore ancora più importante.
Le sale di Palazzo Silva, in Piazza Chiossi, 1 a Domodossola, saranno visitabili da giovedì a domenica in orari prestabiliti: alle ore 10:00, 11:00 e 12:00 e, nel pomeriggio, alle ore 15:00, 16:00 e 17:00. Biglietto di ingresso € 4 (tutte le informazioni sull’accesso al palazzo, su riduzioni e biglietti combinati sono online sul sito ufficiale dei Musei Civici di Domodossola: https://museicivicidomodossola.it/visita/).
IL PERCORSO ESPOSITIVO
Il percorso espositivo potrà contare su tre distinti filoni tematici. Si parte da un “itinerario cronologico”, costituito da strumenti di misura del tempo, prevalentemente orologi solari, utilizzati in un arco temporale di oltre duemila anni. Molti di questi strumenti sono di tipo portatile, basati sugli stessi principi di costruzione e funzionamento degli orologi murali, molto presenti nel territorio del Verbano-Cusio-Ossola. Il secondo riguarda gli aspetti astronomici. La misura del tempo per secoli è stata vincolata al moto apparente del Sole e delle stelle e molti strumenti consentono di effettuare contemporaneamente misure cronologiche e astronomiche. Il terzo percorso è determinato dallo stretto legame che da sempre lega astronomia e astrologia, due discipline solo recentemente separatesi. I visitatori potranno così ammirare strumenti per la misura del tempo e della posizione dei pianeti, in passato aspetto indispensabile per la formulazione degli oroscopi che aiutavano a prendere importanti decisioni come l’avvio di un viaggio o di operazioni militari, ma anche l’attuazione di pratiche agricole e la cura delle malattie.
Un particolare approfondimento è dedicato inoltre alla costruzione degli strumenti astrologici, basata per la quasi totalità sulla concezione Tolemaica dei moti degli astri, che considerava la Terra al centro dell’universo, attorno alla quale si assumeva ruotassero Mercurio, Venere, il Sole, la Luna, Marte, Giove, Saturno. Importante, a questo riguardo, è la porzione di mostra che offre al pubblico le tavole planetarie di Campano da Novara, la riproduzione dell’astrario di Giovanni Dondi e dello strumento di Anticitera.
La mostra, visitabile fino al 29 settembre, rappresenta un’occasione unica per ammirare gran parte della produzione di Guido Dresti, realizzata nel corso di 25 anni di infaticabile lavoro, con l’esposizione di circa 75 strumenti, a coprire un arco temporale di due millenni, affiancati anche da alcuni orologi solari e meccanici presenti nella collezione permanente di Palazzo Silva.
È stato realizzato anche un catalogo della mostra, con immagini e descrizioni dei singoli strumenti e riferimenti bibliografici per approfondimenti; il volume sarà in vendita nel periodo di apertura della mostra, ma per chi lo desidera è anche sfogliabile su questo sito. Basta cliccare sul link qui sotto.
Guido Dresti ha dato vita, o meglio ha ricostruito, nel corso di lunghi anni di studio e lavoro appassionato decine di orologi solari, meccanici e astronomici: la Fondazione Paola Angela Ruminelli ha deciso di valorizzare questo prezioso patrimonio con una inedita e ricchissima mostra.
LA MOSTRA E GUIDO DRESTI
“Misurare il tempo e seguire le stelle. Ricostruzioni di Guido Dresti” sarà inaugurata il prossimo 13 luglio e sarà visitabile per tutta l’estate nelle storiche sale del rinascimentale Palazzo Della Silva di Domodossola (VB), antica dimora dell’omonima nobile famiglia ossolana.
Originario di Craveggia, in Val Vigezzo, Guido Dresti è l’infaticabile, meticoloso e rigoroso costruttore dei 75 modelli che popoleranno le sale dell’antico palazzo nel cuore storico di Domodossola. Coltiva la passione della gnomonica – scienza che si occupa, fra l’altro, della costruzione di orologi solari – da oltre 30 anni, ma il suo interesse principale è lo studio, la ricerca e la ricostruzione di vecchi quadranti portatili e strumenti astronomici. Negli anni ha saputo ricostruire con precisione e fedeltà numerosi modelli di astrolabi, orologi solari poliedrici, quadranti azimutali, orologi meccanici di notevole significato storico. Fra le sue realizzazioni, di particolare rilievo è una copia dell’astrario di Giovanni Dondi (XV secolo), del quale esistono al mondo meno di dieci ricostruzioni conservate nei più importanti musei.
La misurazione del tempo ha da sempre affascinato l’umanità, spingendola a cercare modi sempre più accurati per quantificarlo e comprenderlo, affondando le sue radici nell’antichità ed evolvendosi attraverso i secoli grazie all’ingegno e alla creatività umana. Gli strumenti per misurare il tempo, i movimenti dei pianeti e della volta celeste hanno giocato un ruolo cruciale nello sviluppo delle civiltà, influenzando la navigazione, l’agricoltura, le pratiche religiose e molti altri campi del sapere e delle scienze. Ecco perché la mostra, che da sabato 13 luglio (con un incontro alle ore 17 presso la ex Cappella Mellerio in Piazza Rovereto e poi con una visita guidata curata dallo stesso Guido Dresti), assume un valore ancora più importante.
Le sale di Palazzo Silva, in Piazza Chiossi, 1 a Domodossola, saranno visitabili da giovedì a domenica in orari prestabiliti: alle ore 10:00, 11:00 e 12:00 e, nel pomeriggio, alle ore 15:00, 16:00 e 17:00. Biglietto di ingresso € 4 (tutte le informazioni sull’accesso al palazzo, su riduzioni e biglietti combinati sono online sul sito ufficiale dei Musei Civici di Domodossola: https://museicivicidomodossola.it/visita/).
IL PERCORSO ESPOSITIVO
Il percorso espositivo potrà contare su tre distinti filoni tematici. Si parte da un “itinerario cronologico”, costituito da strumenti di misura del tempo, prevalentemente orologi solari, utilizzati in un arco temporale di oltre duemila anni. Molti di questi strumenti sono di tipo portatile, basati sugli stessi principi di costruzione e funzionamento degli orologi murali, molto presenti nel territorio del Verbano-Cusio-Ossola. Il secondo riguarda gli aspetti astronomici. La misura del tempo per secoli è stata vincolata al moto apparente del Sole e delle stelle e molti strumenti consentono di effettuare contemporaneamente misure cronologiche e astronomiche. Il terzo percorso è determinato dallo stretto legame che da sempre lega astronomia e astrologia, due discipline solo recentemente separatesi. I visitatori potranno così ammirare strumenti per la misura del tempo e della posizione dei pianeti, in passato aspetto indispensabile per la formulazione degli oroscopi che aiutavano a prendere importanti decisioni come l’avvio di un viaggio o di operazioni militari, ma anche l’attuazione di pratiche agricole e la cura delle malattie.
Un particolare approfondimento è dedicato inoltre alla costruzione degli strumenti astrologici, basata per la quasi totalità sulla concezione Tolemaica dei moti degli astri, che considerava la Terra al centro dell’universo, attorno alla quale si assumeva ruotassero Mercurio, Venere, il Sole, la Luna, Marte, Giove, Saturno. Importante, a questo riguardo, è la porzione di mostra che offre al pubblico le tavole planetarie di Campano da Novara, la riproduzione dell’astrario di Giovanni Dondi e dello strumento di Anticitera.
La mostra, visitabile fino al 29 settembre, rappresenta un’occasione unica per ammirare gran parte della produzione di Guido Dresti, realizzata nel corso di 25 anni di infaticabile lavoro, con l’esposizione di circa 75 strumenti, a coprire un arco temporale di due millenni, affiancati anche da alcuni orologi solari e meccanici presenti nella collezione permanente di Palazzo Silva.
È stato realizzato anche un catalogo della mostra, con immagini e descrizioni dei singoli strumenti e riferimenti bibliografici per approfondimenti; il volume sarà in vendita nel periodo di apertura della mostra, ma per chi lo desidera è anche sfogliabile su questo sito. Basta cliccare sul link qui sotto.