Corale S. Cecilia e Ensemble Clemente Rebora
Federica Napoletani : soprano
Monica Delfina Morellini : contralto
Silvia Arfacchia: violino, Anselmo Quartagno : flauto
Valentina Bionda: violoncello, Roberto Mattei : contrabbasso
Adriano Alberti Giani: organo
Manfred Nesti e Umberto De Petri : direttori
La CORALE S. CECILIA DI DOMODOSSOLA è sorta negli anni ’20 del 1900 sotto la direzione di Luigi Sante Colonna, dando forma istituzionale ad un’attività musicale, che benché non ufficiale, era già affermata all’inizio del XIX sec., come attestano diversi contratti di assunzione di vari organisti presenti nell’archivio parrocchiale; tale incarico, nominalmente organista ma di fatto Maestro di Cappella, era molto ambito e i verbali di concorso attestano la provenienza dei candidati da tutta Italia e dall’estero, mentre il regolamento che questi musicisti dovevano osservare contemplava l’obbligo di comporre due Messe ed un Vespro completo all’anno, oltre saper istruire l’orchestra, che accompagnava la corale, la banda cittadina e predisporre le musiche anche per le cerimonie civiche, visto che lo stipendio era garantito, oltre che dalla Parrocchia, anche dal Comune e dalla Congregazione di Carità. Tra i più importanti organisti si ricordano S. Bournet, alsaziano, assunto nel 1844, E. Brusoni, G. Castellazzi, assunto nel 1896, L. S. Colonna, che sarà poi Maestro di Cappella e della Cattedrale di Novara, G. Ruminelli, padre di Mario, celebre violinista; l’attività è poi continuata con i Muraglia, con don G. Benetti e don M. Botta, e, più recentemente, con R. Bassa, S. Finale Montalbano, U. De Petri, M. Bonacci e, dal 1996 alla fine del 2007, con Sonia Zanola.
L’ENSEMBLE VOCALE E STRUMENTALE “CLEMENTE REBORA” si è costituito nel 1990 a Verbania grazie alla comune volontà di alcuni cantori amatoriali e musicisti professionisti sotto la direzione artistica di Licia Sommacal. L’Ensemble è articolato in un ampio novero di esecutori e di solisti vocali provenienti da istituzioni concertistiche italiane e straniere e dedica il proprio lavoro alla riscoperta ed esecuzione di partiture del repertorio vocale e strumentale del periodo barocco, classico e romantico. Vi è altresì un attento lavoro di interpretazione e divulgazione di partiture contemporanee di musica sacra. L’Ensemble debutta nel 1994 tenendo da allora concerti in varie città italiane (Milano, Belluno, Viareggio) ed estere (Mendrisio, Bellinzona, Saint Jean de Maurienne, Londra, Budapest). Costituitasi in Associazione Culturale, inaugura nel 2001 un laboratorio musicale nella biblioteca comunale di Gravellona Toce tenendo altresì corsi di propedeutica musicale nelle scuole elementari e organizzando lezioni-concerto per avvicinare i bambini alla fruizione e all’ascolto della musica classica.
La voglia di eseguire pagine di musica sacra e profana del periodo rinascimentale e barocco hanno spinto alcuni estimatori di musica antica alla costituzione, nell’ambito della Cappella Musicale del S. Monte Calvario, del gruppo vocale e strumentale IL CONVIVIO RINASCIMENTALE. Il progetto musicale proposto dai musicisti vuole creare un equilibro tra il rispetto della prassi esecutiva del tempo e l’approccio interpretativo dell’esecutore moderno. Il gruppo si è esibito per la prima volta presentando il concerto “Musiche alla corte dei Silva”, curato da Dario Gnemmi e tenutosi nell’ottobre del 1997 nella Sala delle Armi di Palazzo Silva a Domodossola, per l’occasione riaperta al pubblico dopo una chiusura quasi ventennale; ha inoltre proposto l’esecuzione, in collaborazione con la Schola Gregoriana del S. M. Calvario, del Passio D. N. Jesu Christi Secundum Marcum di O. di Lasso, della Messa Solenne del Corpus Domini, con l’esecuzione della Missa IV toni di Tomas Luis de Victoria, e della Messa Solenne degli Apostoli, con l’esecuzione della Missa Sine Nomine a 4 voci, di G. P. da Palestrina; in collaborazione con l’Ensamble “Clemente Rebora” ed il Liceo Musicale di Omegna ha proposto alcuni passi della Messa per Pace di K. Jenkins. Per il Natale 2015 ha inoltre eseguito il Dialogo pastorale al presepio di G. F. Anerio, composto su testo volgare. Cura inoltre l’esecuzione delle parti della Turba nel canto del Passio della Domenica delle Palme e del Venerdì Santo, nelle solenni celebrazione del Sacro Monte.
Rho, 1589/1598 – Busto Arsizio, 12 febbraio 1687
Nato a Rho, secondo l’atto di morte, nel 1589, ma più probabilmente nel 1598, rimase certamente fino al 1639 a Busto Arsizio e il 1631 potrebbe essere proprio l’anno di assunzione come organista nella basilica di San Giovanni Battista, in quanto nel marzo di quell’anno lasciò tale incarico Melchiorre Carati, operante dal 1621. In questo lasso di tempo sappiamo che Bamfi ebbe tre mogli: Clara, di cognome ignoto, morta di parto nel 1633; Angela Caterina Pongena, sposata appena un mese dopo, nel 1633, e probabilmente morta nel 1638; Caterina Litta, sposata nel 1638. Da queste unioni vennero alla luce diversi figli. Dal 1640 il nome di Alfonso Bamfi scompare dai registri anagrafici parrocchiali di Busto e riappare a Como dal 1641 a gennaio del 1643, come «mastro di capella». Rimangono in ombra i suoi impegni negli anni compresi tra il 1643 e il 1651 ma è certo che passò l’ultimo periodo della sua lunga esistenza a Busto Arsizio. Un contratto del 25 aprile del 1651, conservato presso l’Archivio di Stato di Verbania ci informa della sua assunzione, per dodici anni, ad organista della nostra Collegiata, stipulato «in saletta inferiori domus habitationis Johannis Marie Ruge» a Domodossola, alla presenza delle più alte cariche cittadine: «Reverendus Johannes Maria Leidus archipresbiter et canonicus infrascripte Collegiate, Ill.mi dd. Gulielmus Silva q. J.C. d. Marci Antonii et Johannes Mattheus Capis J.C. q. D. Joannis incole dicti oppidi Domini sindici dicti oppidi». Nel 1661, anno in cui Bamfi doveva essere ancora legato alla comunità di Domodossola, la confraternita o scuola del SS.mo Sacramento di Busto Arsizio, pagò, per la festa del Corpus Domini di quell’anno, alcuni cantori e il maestro Alfonso Bamfi come loro direttore e per la musica da lui composta. Il registro della stessa confraternita menziona il «mastro» Bamfi nel 1677 quando lo si compensò con lire 7 per avere «acommodato il regallo», cioè il regale, della chiesa di San Michele.
Durante il periodo domese egli raccolse una serie di sue composizioni, dedicandole a Guglielmo Silva e stampandole a Milano nel 1655 con il titolo«SELVA | DE SACRI ET ARIOSI CONCERTI | A UNA, DUE, TRE, E QUATTRO VOCI |Con una Messa brevissima Magnificat, Salve Regina, è | Lettanie della B.V.M. con il Basso Continuo. | LIBRO PRIMO. | DI ALFONSO BAMFI | Maestro di Capella, hora Organista nell’Insigne Colleg. | nel Regio Borgo di Domo d’Ossola». Segue lo stemma gentilizio della famiglia Della Silva con il motto «Humilitas alta petit», raffigurante il leoncino rampante che tiene con le zampe anteriori un paio di chiavi. questa sembra essere l’unica opera di Bamfi a noi pervenuta, con servata in un unicum presso la Biblioteca del Liceo Musicale di Bologna. Quindi, durante il ‘rinascimento’ artistico che caratterizzò la Domodossola del XVII secolo, la città intera si adoperò per garantirsi l’opera di un singolare musicista, già Maestro di Cappella, organista e compositore affermato. Scorrendo l’indice della Selva si trovano dediche interessantissime per la storia locale del Verbano e dell’Ossola: il mottetto «Amor Iesu amatissime» a «due Tenori o Canti e Basso» è dedicato «Alli Molt’illustri, & Molti Reverendi Signori, è Patroni miei Coll.mi li Signori Iacomo Piana Canonico, è Coadiutore nella Colleg. di Domo d’Ossola, è Gio. Antonio Andrioli Suonator di Violino»; «Veni amor Iesu» per «Alto e Basso» riporta la dedica «Al Molt’Illustre, & Molto Reverendiss. Signor Patron Collendissimo Monsignor Gio. Maria Leidi Arciprete di Domo d’Ossola».