Il Comandante Alfa ospite a Domo. E’ uno dei militari che vegliano sulla nostra sicurezza nazionale

Teatro Galletti di Domodossola è stato presentato nella serata di ieri “Missioni Segrete”, il nuovo libro del Comandante Alfa. Un’occasione per conoscere meglio uno membri fondatori del G.I.S. (Gruppo di Intervento Speciale) dei Carabinieri, organizzata dalla Libreria Grossi, dal Comune di Domodossola e dall’Associazione Culturale Ruminelli. Il Comandante Alfa, pseudonimo dietro cui cela la propria identità, ha partecipato a operazioni militari pericolose, sia in Italia che all’Estero, che racconta nei suoi libri con un obiettivo preciso: “Spero che i giovani si possano avvicinare alle Forze dell’Ordine” ha affermato “e magari conoscere la mia storia, quella di un ragazzo nato e cresciuto nel profondo Sud, dove la mafia imperversava, che ha scelto il bene invece del male”.

La sua vita da membro del G.I.S. non è per nulla ordinaria: il Comandante Alfa conduce una vita interamente dedicata a servire il suo Paese, fatta di molte di rinunce, ma non rimpiange la scelta fatta. “Io e gli altri ragazzi del G.I.S. abbiamo scelto una strada più difficile delle altre, ma abbiamo vissuto una vita professionale assolutamente entusiasmante e per questo dobbiamo ringraziare l’Arma dei Carabinieri” ha spiegato. “L’unico vero dispiacere è quello di non essermi goduto l’infanzia dei miei figli”. Una rinuncia grossa, più di attività comuni come andare in discoteca, ai concerti, o allo stadio, che ai membri di questo corpo speciale, sempre impegnati in lunghe e rischiose missioni, sono precluse: “I miei libri sono anche indirizzati ai miei figli, per dimostrare che ho intrapreso questa pensando sempre a loro” ha confessato il Comandante, dedicando un pensiero anche alla moglie. “È lei il vero operatore del G.I.S, come tutte le mogli, fidanzate o madri degli operatori che sopportano le lunghe assenze o la paura per le condizioni di un loro caro”.

Durante la presentazione, si è parlato anche delle missioni che hanno coinvolto in prima persona il Comandante Alfa, a partire dall’operazione per sedare la rivolta del carcere di Trani: “Il governo ci aveva dato carta bianca su come risolvere la questione, ma noi abbiamo liberato diciotto ostaggi membri della Polizia Penitenziaria senza ferire nessuno” ha ricordato. “Con questa prima missione, possiamo dire che nacque il G.I.S.”. Ben più dolorosa, la memoria della missione a Nassiriya, segnata dal dramma della perdita di un compagno: “Un nostro socio fondatore venne ucciso dal nemico a turno finito, appena prima di tornare a casa e riabbracciare la propria famiglia” ha detto il Capitano Alfa, che ha toccato anche il tema di attualità del terrorismo. “Il rischio zero non esiste, ma finora non è successo nulla, anche grazie a una delle Intelligence migliori del mondo. Ogni cittadino deve però fare appello al proprio senso di patria e comunicare alle Forze dell’Ordine ogni aspetto anomalo che riscontra”. Infine, ha spiegato in che modo nascono i nuovi membri del G.I.S. “Il gruppo è potenzialmente aperto a tutti coloro che hanno svolto tre anni da paracadutista” ha spiegato. “Deve però trattarsi di pensatori, di ragazzi capaci a usare la testa. Non abbiamo bisogno di Rambo, ma persone capaci di inserirsi in un gruppo”.

 

Federico Raso

 

foto: Fabio Nedrotti