Le vie dei pellegrinaggi sulle Alpi nel nuovo libro di Enrico Rizzi e del compianto Luigi Zanzi

Pesentato venerdì alla Cappella Mellerio un volume che narra la storia dei passi alpini legata ai pellegrinaggi e agli ospizi che punteggiano i colli alpini. Il libro “Le Alpi, i cammini dello spirito. Passi, ospizi e vie dei pellegrini” scritto da Enrico Rizzi e da Luigi Zanzi è edito dalla Fondazione Enrico Monti e distribuito dalle Edizioni Grossi. Al tavolo dei relatori solo uno degli autori Enrico Rizzi, infatti il coautore il professor Luigi Zanzi è scomparso tre anni fa, lasciando all’amico storico numerosi appunti inediti che sono confluiti in questo testo. A presentare il libro Fiorella Mattioli Carcano, studiosa della vita dei santi alpini, Lino Cerutti, ricercatore di storia locale e coordinatore del Comitato del Millenario di San Bernardo e il moderatore Massimo Gianoglio. L’evento è stato realizzato con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura e la collaborazione dell’Associazione Culturale Mario Ruminelli. L’opera è nata in occasione della celebrazione del millenario della nascita di San Bernardo d’Aosta, patrono delle Alpi. “San Bernardo- ha detto Enrico Rizzi- è stato un pioniere ha insegnato mille anni fa a vincere le paure della montagna a vincere gli animali feroci le leggende e a portare l’uomo a vivere in montagna e ad assistere i pellegrini”. Rizzi ha dedicato a Zanzi un commosso ricordo. “Questo lavoro – ha detto Rizzi – nasce dal sodalizio culturale con Zanzi ho utilizzato per il volume solo una parte dei suoi scritti c’è già materiale anche per altri testi. La storia degli ospizi e dei pellegrinaggi attraverso le Alpi visse la sua stagione cruciale, con la scoperta e civilizzazione dei territori alpini, proprio con la fondazione dell’ospizio voluto da San Bernardo a metà dell’XI secolo. Finiva allora, per le Alpi spopolate e selvagge, il medioevo profondo e iniziava così l’età degli ospizi sui valichi dei pellegrini diretti in Galizia, a Roma o in Terrasanta. Fiorella Carcano ha definito la montagna come il luogo sacro per eccellenza: “È il camminare verso l’alto, il ricongiungersi con il divino”. “Ogni comunità ha la sua civiltà bisogna avere dignità di approccio – ha spiegato Lino Cerutti – e Rizzi ha sempre un grande rispetto per le comunità e le loro problematiche. Non è una storia di dati ma un racconto complessivo. Se lo stile del professore è ricco di spunti lo stile di Rizzi è evocativo quasi cinematografico. Come tutti i libri di Rizzi anche questo è basato sui documenti”.

Mari Borri

 

Foto di Luigi Framarini