Misurare il tempo e seguire le stelle. Le ricostruzioni di Guido Dresti.

La Fondazione Paola Angela Ruminelli licenzia con piacere ed entusiasmo la mostra “Misurare il tempo e seguire le stelle. Ricostruzioni di Guido Dresti” accolta nelle storiche sale del rinascimentale palazzo Della Silva di Domodossola, avita dimora dell’omonima nobile famiglia ossolana. Con profonda ammirazione la Fondazione intende omaggiare la figura di Guido Dresti, craveggese, da più di un ventennio infaticabile, meticoloso e rigoroso costruttore di modelli di orologi solari, meccanici e astronomici.

La misurazione del tempo è una pratica che ha sempre affascinato l’umanità, spingendola

a cercare modi sempre più accurati per quantificarlo e comprenderlo, affondando le sue radici nell’antichità ed evolvendosi attraverso i secoli grazie all’ingegno e alla creatività umana. Gli strumenti per misurare il tempo, i movimenti dei pianeti e della volta celeste hanno giocato un ruolo cruciale nello sviluppo delle civiltà, influenzando la navigazione, l’agricoltura, e le pratiche religiose e molti altri campi del sapere e delle scienze.

La mostra propone una lettura del tempo attraverso tre percorsi. Il primo è quello cronologico, evidenziato da strumenti di misura del tempo, costituiti prevalentemente da orologi solari, usati in un arco di tempo di oltre duemila anni. Molti di questi strumenti sono di tipo portatile, basati sugli stessi principi di costruzione e funzionamento degli orologi murali, particolarmente numerosi nel Verbano-Cusio-Ossola.

Il secondo percorso riguarda gli aspetti astronomici. La misura del tempo per secoli è stata vincolata al moto apparente del Sole e delle stelle e molti strumenti permettono contemporaneamente misure cronologiche e astronomiche.

Il terzo percorso è determinato dallo stretto legame sempre esistito fra astronomia e astrologia, due discipline solo recentemente separatesi. Sono presenti strumenti che contemporaneamente permettono la misura del tempo e della posizione dei pianeti nel cielo, aspetto indispensabile per la formulazione degli oroscopi che precedevano e aiutavano a prendere importanti decisioni quali l’inizio di viaggi e operazioni militari, pratiche agricole, cura delle malattie.

Quasi tutti gli strumenti astrologici si basano sulla concezione Tolemaica dei moti degli astri, che considerava la Terra al centro dell’universo, attorno alla quale si assumeva ruotassero Mercurio, Venere, il Sole, la Luna, Marte, Giove, Saturno.

Di particolare rilievo a questo riguardo sono le tavole planetarie di Campano da Novara, la riproduzione dell’astrario di Giovanni Dondi e dello strumento di Anticitera. A documentare l’evoluzione della misura del tempo dagli orologi solari a quelli meccanici è presente un modello di svegliarino monastico considerato come precursore degli orologi meccanici.

La mostra che si apre presso il Palazzo Silva di Domodossola da luglio a settembre rappresenta una occasione unica per ammirare gran parte della produzione di Guido Dresti, distribuita su un intervallo di tempo di 25 anni, con l’esposizione di circa 75 pezzi che coprono un arco di tempo di due millenni.

Sono inoltre esposti anche alcuni orologi solari e meccanici presenti nella collezione di Palazzo Silva..

È inoltre disponibile un catalogo della mostra, con immagini e descrizione dei singoli strumenti e riferimenti bibliografici per approfondimenti, che, dal 13 luglio, sarà consultabile online sul sito web della Fondazione.

La mostra sarà inaugurata sabato 13 luglio alle ore 17.00 presso la Cappella Mellerio di Domodossola a cui seguirà, alle 17.30 circa una visita guidata da Guido Dresti.